Ciaspolata alpinistica alla Punta Fourà, tra la valle dell’Orco e la Valsavaranche
CIASPOLATA ALPINISTICA ALLA PUNTA FOURA’
Con i suoi 3411 metri di altezza la Punta Fourà rappresenta la massima elevazione tra la Valle dell’Orco e la Valsavarenche.
Il nome deriva da un caratteristico arco di roccia naturale presente sotto la cima fino a poco tempo fa. Tale arco è crollato nell’estate 2016 e da allora la Punta Fourà è rimasta senza foro.
Punto panoramico sul Gran Paradiso e su tutte le Alpi Graie d’eccezione, la Punta Fourà è una gita per buoni camminatori ed amanti dei luoghi isolati. Non è difficile, infatti, essere il solo gruppo a risalirei l’ampio e solare Vallone Ferauda che porta al colle Fourà. In primavera si incrocia qualche gruppo di scialpinisti che compiono la traversata dal rifugio Vittorio Emanuele al rifugio Città di Chivasso ma più frequentemente si vedono aquile, stambecchi e gipeti. Non per nulla siamo nel cuore del Parco del Gran Paradiso.
PROGRAMMA:
Primo giorno: Ritrovo ore 8 in Piazza Rebaudengo. Via Botticelli angolo C.so Vercelli.
Percorso: lasciata l’auto alla frazione di Chiapili di sopra a 1700 metri di quota ( Valle dell’Orco), si percorre un tratto della strada estiva prima di imboccare la Strada Reale di Caccia, testimonianza della complessa rete di sentieri che consentiva a Re Vittorio Emanuele II e poi III di cacciare nella sua riserva reale di caccia.
Alzandosi, la valle si apre e compaiono dappirma i laghi artificiali del Serrù e dell’Agnel ( 2200 m) e poi i laghetti Loserai ( 2400 m). A quota 2550 si abbandanono gli ampi pendii e, tolte le ciaspole, ci si inerpica lungo un tratto piuttosto ripido ed esposto della strada di caccia.
Costeggiando una vecchia costruzione che ospitava le cucine militari per le fortificazioni limitrofe, si guadagna il punto più alto della giornata, ovvero lo spartiacque tra Piemonte e Valle d’Aosta. Il panorama spazia su tutta l’alta valle dell’orco e ,per la prima volta, sul vasto pianoro del Nivolet.
Divallando verso ovest si raggiunge in breve il Rifugio Città di Chivasso (2604 m ) dove si pernotta.
Tempo di cammino: 4 -5 ore di salita
Secondo giorno
Partenza alle ore 7.
La partenza in discesa aiuta il corpo a svegliarsi. Si scende nella valle, la si attraversa tra i due grandi laghi ghiacciati per poi risalire i pendii che conducono alla Costa di Mentà. Utili i ramponi in caso di neve dura.
Dalla cime della Costa di Mentà si aggira la Punta Violetta , perdendo un po’ di dislivello, si entra nell’ampio Vallone Ferauda.
Ora la Punta Fourà è a vista e si vede anche il Colle Fourà posto appena sotto la cima.
Il Colle Fourà è un vero balcone panoramico sul Gran Paradiso fino ad ora non visibile. Al Colle si lasciano le ciaspole e, calzati i ramponi, ci si lega per affrontare l’ultima parte di percorso.
Un pendio a pendenza sostenuta che conduce sotto le rocce di vetta che si superano con una brevissima e facile arrampicata.
Tempo di cammino: 4 ore di salita/4 ore di discesa
Materiale: artva, pala, sonda, imbracatura e ramponi.
DIFFICOLTA’: BRA – buon racchettatore con buon allenamento. 22 km circa A/R
ABBIGLIAMENTO E ATTREZZATURA: Abbigliamento invernale da alta quota con abbigliamento a cipolla,capi caldi e antivento. Scarponi, racchette da neve, bastoncini, lampada frontale, guanti, cappello e il necessario per il pernottamento in rifugio (sacco-lenzuolo, ricambi). Necessari inoltre imbrago, ramponi, piccozza (possibile noleggio, chiedere per tempo alla Guida)
GRUPPO: min 5 – max 7 partecipanti
N.B: L’escursione è condotta da una Guida Alpina professionista (Umberto Bado). Per iscrizioni e informazioni tel +39 3403667756 oppure info@escuriosandotrekking.it
L’organizzazione si riserva di modificare o sostituire l’itinerario in caso di meteo avverso, pericoli oggettivi, non raggiungimento del numero minimo di partecipanti.
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